lunedì 10 aprile 2017

Accumulare libri



Accumulatrice seriale? Drogata di libri? Patologicamente dipendente dalla carta stampata? No, semplicemente TSUNDOKU , sostantivo giapponese che indica quell'abitudine (di cui soffro) di continuare a comprare libri pur avendone una pila ancora da leggere.

Immagino di non essere la sola a compiere questo gesto incontrollabile con una certa frequenza...ma a chi vede del male in questo atto rispondo che no, anzi, è un bene che esistano persone come me! ;) 
Innanzitutto facciamo girare l'economia dell'editoria (e in questo periodo si sa quanto ce ne sia bisogno!), in secondo luogo è un gesto assolutamente ottimistico: avere da leggere 20 o 30 libri presuppone il fatto che troveremo il tempo di farlo.

I libri non hanno data di scadenza, non subiscono le mode, sono una enorme (se non l'unica) compagnia in alcuni momenti più o meno belli della nostra vita...


Ricordo ad esempio che il testo "E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche" di W.Borroughs e J.Kerouac ha alleggerito enormemente il mio ricovero ospedaliero per la colecistectomia...
..."Tatiana e Alexander" di P.Simmons ha accorciato l'attesa di un traghetto per il rientro in Italia dalla  Corsica in un esasperante ritardo...










..."L'innocente" di A.Weir ha abbreviato un  interminabile volo aereo di 11 ore verso il Madagascar...












E poi, e non sottovaluterei affatto questa cosa: i libri sono una enorme e preziosa eredità per mia figlia.
 E'ancora piccola ma ama la carta stampata tanto quanto i suoi genitori. Per lei vedere mamma e papà con un libro in mano è la quotidianità, farsi leggere una storia prima di dormire è un rito. Passiamo ore tra librerie e biblioteche e non usciamo mai a mani vuote. Saremo forse un po' meno ricchi economicamente parlando, ma sicuramente lo saremo molto di più nella mente!





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